Articolo a cura di Alberto Trentadue
È evidente come tutti i settori produttivi, anche se con velocità e risposte diverse, stiano recependo una realtà: i combustibili fossili non possono essere più fonte di energia per il futuro ed è necessario avviarsi verso un sistema che li abbandoni completamente.
Questo non solamente per gli effetti dannosi della
combustione e della produzione di CO2 in termini di innalzamento
della temperatura globale e peggioramento della qualità dell’aria (motivi già
da soli importantissimi), ma anche per la coscienza che le riserve petrolifere
sono risorse finite e in via di esaurimento e quindi, per definizione, non
sostenibili.
In tutto questo, anche la mobilità si avvia verso un
cambiamento, essendo ormai sempre più chiaro come essa sia tra i principali
responsabili dell’inquinamento atmosferico e dei cambiamenti climatici (https://es.greenpeace.org/es/wp-content/uploads/sites/3/2019/09/gp_cleanairnow_carindustryreport_full_v5_0919_72ppi_0.pdf
).
I principali produttori di petrolio si stanno muovendo per
posizionarsi nel mercato della distribuzione dell’energia elettrica per la
mobilità, mentre le principali case costruttrici di automobili, alcune
timidamente, altre con più intensità, cominciano ad offrire sempre più modelli
full-electric.
Nell’economia di questa transizione, il prezzo dell’auto
elettrica nuova costituisce ancora una barriera importante per la diffusione di
massa. Non a caso noi di iaiaGi abbiamo dato al nostro kit di conversione un
obiettivo di prezzo che favorisca la mobilità elettrica proprio attraverso
l’accessibilità economica.
Osserviamo però, sui principali media, come il messaggio
pubblicitario del sistema produttivo automotive dominante punti principalmente
alla sostituzione del vecchio con il nuovo elettrico.
Pur con rammarico, non ci meravigliamo di questo, dato che la
grande industria dell’auto è saldamente ancorata ad un modello economico basato
sulla crescita infinita.
È ancora più preoccupante però notare come anche la politica incentivi economicamente la sostituzione con relativa rottamazione, come metodo per favorire la transizione. È recente, ad esempio, la decisione della Regione Lombardia di erogare contributi economici per l’acquisto di auto elettriche (https://www.alvolante.it/news/incentivi-auto-lombardia-fino-8000-euro-364434 ), imponendo che “venga rottamata o radiata una vecchia auto”.
Proponiamo in questo articolo le
motivazioni per cui, a nostro avviso, questo approccio non sia quello giusto
per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità:
1. Il costo energetico ed ambientale dello smaltimento dell’auto vecchia, sommato a quello della produzione dell’auto nuova, costituisce un elemento che vanifica gran parte dei potenziali vantaggi dell’introduzione dell’auto elettrica.
2. Laddove l’auto radiata sia esportata all’estero – circostanza questa molto frequente, se non la più frequente – magari verso paesi poveri o con minore attenzione agli standard di emissione, si ottiene il solo effetto di spostare le emissioni nocive e l’utilizzo di combustibili fossili da un punto all’altro del Pianeta. L’esportazione non migliora quindi la situazione globale, restando conveniente (per pochi) solo dal punto di vista economico e solo in una logica di breve termine.
3. Limiti temporali dello strumento: l’incentivazione alla sostituzione, attraverso contributi pubblici è chiaramente un’operazione di durata limitata, in considerazione delle limitate risorse economiche pubbliche. Alla fine di questa iniziativa il risultato sarà avere più autoveicoli circolanti, anche se elettrici, ed un modello economico e sociale praticamente immutato, che continuerà ad avere comportamenti insostenibili ed impattanti.
4. Premiare un sistema non virtuoso: dal punto di
vista politico – intendendo per politica la funzione di governare rettamente i
processi sociali – l’utilizzo dei soldi pubblici in incentivi alla sostituzione
dei veicoli vecchi coi nuovi, finisce per premiare proprio quel sistema che ha
introdotto gli effetti dannosi ed insostenibili della mobilità, quasi ad
incoraggiare a continuare su questa strada. Non premia invece un’economia
locale e diffusa che sarebbe invece in grado riqualificare i mezzi esistenti
applicando tecnologie innovative.
Il bilancio costi/benefici di uno strumento di incentivazione
deve essere valutato su tutte le implicazioni dei suoi effetti e sempre
considerandoli sulla totalità del Pianeta: i costi economici di scelte
sbagliate si pagano, prima o poi, sotto forma di danni ambientali e
territoriali, inefficienze diffuse e maggiore spesa sanitaria.
A nostro parere, gli strumenti giusti da favorire nella
gestione sostenibile della mobilità sono:
1. La riqualificazione energetica: un veicolo
inquinante trasformato in un veicolo elettrico efficiente azzera le emissioni
del veicolo precedente e quelle del suo smaltimento evitato.
2. La circolarità: la conversione in elettrico delle
auto è in grado di integrarsi in un sistema economico che valorizza, riusa o
ricicla le parti estratte dal veicolo originario, minimizzando la produzione di
emissioni e scarti dannosi per l’ambiente.
3. La produttività locale: la riqualificazione
energetica e il riuso delle risorse sono anche strumenti di valorizzazione
delle competenze e capacità produttive del territorio. Un ecosistema di
officine ed imprese per la valorizzazione dei materiali riusabili ha il duplice
vantaggio di ridurre gli impatti del sistema di produzione globale e di
produrre valore e lavoro che sostengano
il sistema stesso.
4. La modifica dei comportamenti: la transizione della
mobilità non può essere solo sostituzione del mezzo, ma piuttosto l’attuazione
di una politica che modifichi le abitudini dei cittadini e faciliti la
riduzione del trasporto individuale. Alcuni esempi: potenziare e rendere più
efficiente, e quindi preferibile, la mobilità collettiva, incrementando il
numero di mezzi pubblici a zero emissioni; limitare la circolazione delle
autovetture individuali; incentivare l’uso del
treno per gli spostamenti di medio e lungo raggio; incentivare
lo smart working e la fruizione dei servizi pubblici senza necessità di
spostamento.
Noi di iaiaGi, nella proposizione di valore del kit di
conversione, siamo partiti dal voler affrontare ed aiutare a risolvere i
problemi ambientali e territoriali utilizzando strumenti che producano effetti
globalmente positivi e crediamo che, con la giusta volontà e consapevolezza, si
possano progettare economie e scelte politiche con il nostro stesso approccio.
Articolo a cura di Flavio Odorici – Responsabile Progetto Elettronico iaiaGi S.R.L.
In questo periodo si parla
molto di idrogeno come alternativa alle tecnologie elettriche per arrivare ad
una mobilità con zero emissioni di CO2.
Vediamo, in tre pagine concise, cos’è l’idrogeno e quali sono le sue caratteristiche, i pregi e i difetti, le sue applicazioni, i costi e l’attuale situazione di produzione. In base a quanto esposto, capiremo poi perché giudichiamo l’idrogeno adatto a impieghi su larga scala e non adatto invece per la mobilità privata.
Idrogeno: natura e
caratteristiche
L’idrogeno (H2) è un gas
incolore, inodore e fortemente reattivo. Non si trova in natura allo stato
libero e unito con l’ossigeno è altamente esplosivo. È
il combustibile con il più alto potere calorifico (120 MJ/Kg), fornisce circa 3
volte il calore della benzina e 2,5 volte quello del metano.
I suoi pregi: alta densità
energetica, può essere accumulato sotto forma gassosa o liquida. Tutte le altre
tecniche, come l’adsorbimento all’interno di schiume metalliche, sono
sperimentali.
I suoi difetti: è esplosivo
in miscela con l’ossigeno dal 4% al 76%. Quindi qualunque perdita è
estremamente pericolosa, otto volte più del metano.
Il giorno 11-06-2019 è
esploso il distributore della Uno-X a Sandvika, in Norvegia. Ci sono stati due
feriti a bordo di un’auto a 100 metri di distanza. Per fortuna il distributore
era deserto, altrimenti avremmo avuto vittime. In Norvegia la distribuzione è
stata sospesa e Hyundai e Toyota hanno cessato la vendita delle auto a
idrogeno.
La conservazione in pressione
a 200-700 bar richiede serbatoi metallici. Ci sono problemi a causa
dell’adsorbimento che infragilisce l’acciaio.
La conservazione in forma
liquida non è adatta alle auto, poiché i serbatoi devono rimanere a 253 gradi
sottozero, e la continua evaporazione causa enormi pericoli.
Idrogeno: applicazioni
La combustione diretta
dell’idrogeno in un motore a scoppio è possibile ma assolutamente
antieconomica.
Lo si utilizza invece per
alimentare celle a combustibile e produrre energia elettrica che, tramite un
inverter e un motore elettrico, spinge la vettura. Il prodotto della reazione è
acqua pura, zero emissioni.
Idrogeno: produzione e
costi
Come detto, l’idrogeno non si
trova in natura, è un prodotto industriale.
Circa il 3% viene prodotto da
fonti rinnovabili in modo totalmente “pulito” tramite la idrolisi o altri
metodi. Per produrre 1Kg di idrogeno sono richiesti circa 45-50 Kwh di energia
elettrica. I costi sono molto alti (circa 4 €/Kg) a cui vanno sommati compressione, trasporto, vendita ecc. Oggi,
alla pompa, l’idrogeno costa 14 €/Kg.
Il restante 97% viene
prodotto per via chimica scomponendo combustibili fossili. I costi sono molto
più bassi (circa 1,1 €/Kg), ma purtroppo ogni Kg di idrogeno prodotto comporta
la creazione di circa 10 Kg di CO2 !
Evidentemente
c’è un grosso problema: qualcuno potrebbe rivendere idrogeno da fossile
spacciandolo per rinnovabile. Addio vantaggio per l’ambiente.Idrogeno: la situazione
attuale
Distributori aperti al
pubblico: Italia 1 (Bolzano), Francia 3,
Norvegia 3 (ora zero), Germania 76, Inghilterra 7, altri paesi nessuno.
In media una stazione costa 2
milioni di euro e può servire 40 auto al giorno. Per paragone, una stazione da
2 milioni di euro di Tesla può servire 1150 auto al giorno.
Attualmente le auto in
vendita, non in tutti i paesi, sono :
Toyota Mirai – costo più di
80.000 €, 100 Km con un Kg di idrogeno. La potenza di picco è 90 Kw, mentre la
continuativa è di 70 Kw.
Hyundai Nexo – costo non
comunicato, 100 Km con un Kg di idrogeno. La potenza di picco è di 120 Kw, la
continuativa di 95 Kw.
Sono potenze modeste per
veicoli che pesano circa 2 tonnellate.
Entrambe impongono
manutenzione ogni 8000-10000 Km, sopratutto al generatore fuel cell. La
affidabilità delle fuel cell plastiche è sempre stata scarsa, e i problemi non
sono stati ancora del tutto risolti. Situazione diversa, invece, per i grandi
gruppi fuel cell destinati al trasporto pesante (es. Ballard) che usano
tecnologie diverse, molto più affidabili.
Idrogeno: traiamo le
conclusioni
Con 14 euro possiamo comprare
un Kg di idrogeno e percorrere 100 Km. Con la stessa somma, facendo il pieno in
casa la notte, carichiamo 54 Kwh, e percorriamo 360 Km.
Questo è dovuto al pessimo
rendimento della catena dell’idrogeno. Dalla pala eolica alle ruote, un’auto a
idrogeno rende circa il 20%, un’elettrica il 70%.
L’auto elettrica la possiamo
caricare in un’infinità di posti, oltre che in casa. Un’auto a idrogeno dove la
riforniamo?
Come si è visto, ci sono
altri punti negativi per le auto a idrogeno, ma bastano questi due per
affermare che, a meno di enormi stravolgimenti, l’idrogeno non è adatto alla
mobilità privata.
Tuttavia ci sono settori,
come il trasporto pesante e lo stoccaggio dell’energia elettrica prodotta in
sovrappiù dall’eolico, dove il basso rendimento dell’idrogeno può essere
tollerato. In questi casi l’idrogeno può essere una buona soluzione.
Leggendo sulla stampa appare
chiaro che politici e certi imprenditori non hanno ben in mente alcuni concetti
di base.
Un minimo di cultura su
argomenti come veicoli elettrici, idrogeno, effetto serra, ecc. sarà
indispensabile per fare scelte sensate oggi e domani.
Esortiamo tutti gli attori ad
aggiornarsi in fretta, con buona volontà. Ne vale la pena.
E, oserei dire, dovrebbe
acculturarsi anche la gente comune, per autodifesa.
Personalmente, ciascuno di noi non ha avuto nessun dubbio
sulla volontà di essere presente lo scorso venerdì 27 settembre alla
manifestazione del Climate Strike organizzata qui a Modena come in tante altre
città del mondo dai gruppi “Fridays For Future” ispirati dalle parole di Greta
Thunberg.
È una manifestazione dei più giovani, che dà voce al loro
diritto imprescindibile di avere un futuro vivibile per loro e per i loro
figli. È una manifestazione che doveva essere vissuta con i modi dei
Millennial, con la loro espressione, fantasia e modo di sentire la vita di ogni
giorno.
Contrastare l’aumento della temperatura globale con un profondo cambiamento politico ed economico. Lo chiedono i giovani, lo sostiene con forza anche iaiaGi.
Tuttavia la rivendicazione del Climate Strike è quella di tutte
le donne e tutti gliuomini che sentono la vita come una priorità
sopra qualsiasi altra logica. I giovani dei “Fridays For Future” hanno dato a
tutti un’opportunità di alzarsi e dimostrare che è ora che la politica ascolti
e faccia vedere di aver capito. Perciò non deve meravigliare o scandalizzare
che a questa manifestazione abbiano partecipato persone di tutte le età. E tanto meno deve meravigliare che ci fossimo
noi di iaiaGi.
Il nostro progetto è fondato sul rispetto e la priorità della
natura, dell’uomo e della loro relazione nel definire le scelte tecnologiche,
commerciali e produttive. Migrare verso un sistema produttivo che dia
precedenza assoluta al riuso, al recupero dei materiali, al prolungamento della
vita dei prodotti, all’utilizzo esclusivo di energie rinnovabili, che abbandoni
i criteri della massimizzazione del profitto economico e della crescita
continua, sostituendoli con l’impatto sociale e la sostenibilità: questo è il
nostro pensiero continuo, quasi un mantra, che anima le nostre attività.
Ci saremo sempre a tutti i Climate Strike e non smetteremo di chiedere, in qualsiasi occasione, che avvenga il cambiamento che dia speranza alle generazioni future.
L’obiettivo che vogliamo raggiungere è essere coautori di
un’economia mondiale del recupero e della localizzazione della produzione, che
sono tra le armi più potenti che abbiamo per contrastare l’aumento della CO2
e il progressivo aumento della temperatura terrestre.
Per questo motivo abbiamo sfilato coi ragazzi in questo
Climate Strike: vedere la grande partecipazione, sia a Modena che nel mondo, a
queste manifestazioni ci dà coraggio e forza a continuare a proporre il nostro
modo di intendere la conversione dei veicoli.
This one is the #Climatestrike week, a
global event where young people all over the world are strongly claiming their
right to have a livable future for themselves and their sons and daughters. The
demand is to see concrete actions implemented to counteract the climate change
phenomenon, by now grown at unsustainable levels.
At iaiaGi, apart from our age, we feel this event very close to those values
upon which we have founded our project since the very first day, and we feel
that we share motivations and objectives with it. For this reason we will be in
the streets as well this Friday Sept. 27 in Modena, to claim the immediate
application of substantial, radical and, most likely, exceptional political and
economical actions.
Those who have been following us in the
past years know well our project’s foundation values: respect for the
environment, for the human kind and for the relationship between mankind and
environment. These values are key to have a livable world for us, our children
and the future generations.
We feel that we can’t comply anymore to
unsustainable practices and standards just because “that’s how things have
gone” until now. There is no more time for pure facade actions: we need
strong operations and focused cooperation of politics with the production
system.
We feel that we can’t accept anymore an
economical system driven by growth and profit for itself, leaving behind, or
even totally ignoring, the consequences of its decisions upon Earth
environmental conditions.
We want economical activities to be
developed in an innovative way, with no further disposal of plastics in the
sea, waste on the ground and CO2 and greenhouse gases in the air.
A commitment is required by all citizens,
with no exception, to accept the change in the everyday life and to measure
wealth with criteria of sustainability and protection of natural resources.
In this sense, the conversion of fossil
fuel propelled vehicles into full performance electric vehicles is one of the
resolutive solutions, surely effective in facilitating the transition towards a
no-emissions mobility and useful at the same time in setting to zero the impact
of vehicle dumping.
Take part with us this Friday 27 in this
demonstration. Share it, spread it, talk about it and, if you can, walk and
meet with us to discuss with these young people who, with better foresight than
us “adults”, are taking care of everybody’s future.
English mother tongue, please, click here.
Questa è la settimana del #climatestrike, un evento globale in cui i giovani di tutto il mondo rivendicheranno con forza il diritto di avere un futuro vivibile per loro e per i loro figli. La richiesta è di vedere attuate azioni concrete per contenere il fenomeno del cambiamento climatico, ormai giunto a livelli insostenibili.
Noi di iaiaGi, età a
parte, sentiamo questo evento vicinissimo ai valori su cui abbiamo fondato il
nostro progetto fin dal primo giorno, e sentiamo di condividerne motivazioni e
obiettivi. Per questo motivo saremo
anche noi in piazza questo venerdì 27 settembre a Modena, a pretendere azioni
politiche ed economiche sostanziali, radicali e, molto probabilmente eccezionali,
da mettere in atto immediatamente.
Chi ci ha seguito in
questi anni conosce i valori fondanti del nostro progetto: rispetto per
l’ambiente, per l’uomo e per la relazione tra uomo e ambiente. Questi valori
sono la chiave per avere un mondo vivibile nel presente e per le generazioni
future.
Sentiamo di non poterci
più adeguare a consuetudini e standard insostenibili solo perché “si è sempre
fatto così”. Non c’è più tempo per operazioni di pura facciata: servono
interventi forti e la collaborazione convinta della politica e del sistema produttivo.
Sentiamo di non poter più
accettare un sistema economico esclusivamente guidato dalla crescita e dal
profitto fine a se stesso, che lascia in secondo piano o ignora del tutto le
conseguenze delle sue decisioni sulle condizioni ambientali della Terra.
Vogliamo che le attività
economiche si sviluppino in maniera innovativa, senza riempire ulteriormente il
mare di plastica, la terra di rifiuti e l’aria di CO2 ed altri gas serra.
L’impegno richiesto ai
singoli cittadini, nessuno escluso, prevede di accettare il cambiamento nelle
cose di tutti i giorni, e misurare benessere e ricchezza con il metro della
sostenibilità e della salvaguardia delle risorse naturali.
In quest’ottica la
conversione dei veicoli a benzina o gasolio in veicoli elettrici a piene
prestazioni è uno degli strumenti risolutivi, sicuramente efficace nel
facilitare la transizione verso una mobilità senza emissioni, ed utile allo
stesso tempo per azzerare l’impatto della rottamazione.
Partecipate anche voi
insieme a noi questo venerdì 27 a questa manifestazione. Condividetela,
diffondetela, parlatene, e se vi è possibile veniteci a trovare per
confrontarci insieme ai giovani che, con più lungimiranza di noi “adulti”, si
stanno prendendo cura del futuro di tutti.